sabato 23 maggio 2009

L'intervento di Giuliano Amato e Massimo D'Alema sul Corriere di oggi si apre con un immagine : l'Italia senza immigrati. Ecco un'Italia così non andrebbe avanti; quello che si sbaglia nell'approccio all'immigrazione clandestina è l'assunsumere un atteggiamento di chiusura totale (decisamente poco realista tra l'altro: il fenomeno dell'immigrazione non è destinato a finire a breve verso il nostro Paese) e allarmista: si finisce per penalizzare anche i regolari, così fondamentali per noi.
Si dice che si sbaglia puntando su ronde, forze di polizia, etc : si raggiunge il consenso popolare o lo si mantiene, basandosi solo su emozioni quali appunto la paura.
Si dice che tuttavia questo "fare la voce grossa" non ha dato gli effetti sperati, visto l'aumento di sbarchi; non basta, a loro avviso, agire nel segno di una logica repressiva per risolvere il problema.
I due anni di governo Prodi sono stati troppo pochi per mttere in piedi una legge sull'immigrazione strutturale. Due anni in cui, si dice, si sono dati degli strumenti di contrasto in mano ala polizia e si sono ottenuti risultati.
Sottolineano come sia importante un approccio globale, "un'offerta di politiche integrate e condivise con i Paesi di origine e anche di ritorno dei migranti".
Accanto a questo dovrebbero procedere: aiuti per lo sviluppo economico, concordare ingressi per motivi di lavoro, azioni congiunte al contrasto della criminalità e lo sfruttamento, il ritorno degli immigrati overstayer (2/3 delle presenze irregolari nel nostro territorio).

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