mercoledì 1 luglio 2009

appello dei giuristi contro il reato di clandestinità.

E' stato presentato un appello il 25 giugno nel quale si contesta l'introduzione nel ddl in votazione al Senato del reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato, in quanto ritenuta priva di fondamento giustificativo ed irragionevole.
La sua sfera apllicativa si andrebbe a sovrapporre rispetto a quella per l'espulsione amministrativa e questo la presenterebbe come irragionevole; inoltre la sanzione penale dovrebbe essere utilizzata come extrema ratio solo ove non si potesse usare altri strumenti idonei alla realizzazione dello scopo.
C'è una presunzione di pericolosità sociale del migrante irregolare che, come già in passato la Corte Costituzionale ha detto, non può essere assunta a fondamento del reato. Con il punire i meri ingresso e presenza irregolari si andrebbe a punire non un fatto materiale, ma una condizione del soggetto andando così anche contro il principio di uguaglianza.
Inoltre l'introduzione di tale norma porterebbe a nuovi processi, "privi di utilità sociale" che andrebbero sempre di più ad ingolfare il funzionamento già lento della giustizia.

E' evidente che il "cavallo di battaglia" di questo appello resta sempre e comunque la questione relativa alla "presuzione di pericolosità", già evidenziata in Corte Costituzionale.

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